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Realtà virtuale in ufficio: l’esperienza di Boardwalk

Durante queste ultime settimane abbiamo iniziato a sperimentare con alcuni strumenti dedicati al mondo della realtà virtuale, in particolare l’Oculus Quest 2, visore di ultima generazione, e Horizon Workrooms, un’area di lavoro pensata per organizzare meeting sfruttando tutti i vantaggi della VR.

Per diversi anni, si è considerato la realtà virtuale (VR) come “la prossima grande innovazione”, ma è arrivato il momento di creare immagini, suoni e altre sensazioni realistiche che ci portino all’interno di uno spettacolare mondo immaginario. La realtà aumentata (AR), la quale aggiunge elementi virtuali all’ambiente del tuo mondo reale, sta contribuendo al fermento ed entrambe le tecnologie dovrebbero diventare una parte importante del nostro futuro.

Si parla di VR meetings e l’obiettivo è renderli facili da usare, interattivi con i più disparati tipi di file e disponibili su diverse piattaforme. In queste fasi, che potremmo definire in qualche modo ancora embrionali, lo sforzo degli sviluppatori è quello di rendere questi ambienti virtuali compatibili con chi ancora non ha gli strumenti per poter accedere a questo tipo di spazi.

Uno dei motivi che stanno spingendo diverse realtà imprenditoriali nel mondo del VR sono i visori, che diventano sempre più accessibili e allo stesso tempo performanti. Le società che si occupano di sviluppare hardware e software dedicati alla realtà virtuale testimoniano che questa paradossale situazione in cui ci ha messo la pandemia si sta rivelando positiva per il loro business.

In Boardwalk abbiamo avuto l’occasione di sperimentare e, successivamente, di lavorare con Oculus, un dispositivo di realtà virtuale; alcuni dei nostri ingegneri, infatti, utilizzano costantemente questo strumento per svolgere il loro lavoro sia in ufficio ma anche da remoto. Nella workroom di Oculus la collaborazione viene portata in un’altra dimensione e la distanza è completamente ridotta.

Egiola Duda, analista per Boardwalk da diversi anni, ha fatto un po’ il punto delle esperienze fatte finora: “La collaborazione durante il meeting viene portata, tramite il visore, a un altro livello, basta pensare alla fisicità virtuale, alla possibilità di scrivere su lavagne virtuali, alla condivisione degli schermi, etc… Sicuramente ci sono molti punti di miglioramento e credo che in futuro la realtà virtuale sarà una delle tecnologie più utilizzate non solo per quanto riguarda l’ambito lavorativo ma anche rispetto alle relazioni interpersonali.”

Anche Jacopo Borsani, che in Boardwalk si occupa di analisi e riprogettazione di sistemi gestionali e informativi, ha avuto modo di sperimentare con questi strumenti: “Già dalle prime ore di utilizzo ci si può rendere conto di come questa esperienza sia rivoluzionaria. In 2 anni di pandemia e remote working ero convinto di aver ridotto al minimo possibile le distanze dai miei colleghi mediante le call in Teams/Zoom. Non avevo ancora provato Oculus. Nelle workroom di Oculus la collaborazione viene portata in un’altra dimensione (non solo letteralmente) e la distanza viene completamente azzerata. Avere la possibilità di lavorare sulla stessa lavagna (fisica nel metaverso, e virtuale nelle case dei partecipanti) rende la collaborazione e la condivisione delle idee fluida ed estremamente proficua. Dopo pochi minuti, ti dimentichi completamente di essere nel metaverso e ti senti esattamente nella sala riunioni con i tuoi colleghi.”

Rispetto agli strumenti utilizzati all’interno delle aziende per effettuare meeting come Teams, Meet o Zoom, tramite Oculus si ha la possibilità di interagire in modo differente anche durante la riunione stessa; ad esempio, viene offerta l’opportunità di lavorare sulla stessa lavagna (fisica nel metaverso e virtuale nelle case dei partecipanti) rendendo, quindi, la collaborazione e la condivisione delle idee fluida e allo stesso tempo estremamente proficua.

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